Discernere I Segni Dei Tempi

Una delle cose che più ha attirato la mia attenzione, quando sono entrato nel Servizio di Animazione per un Mondo Migliore, è stata la “lettura dei segni dei tempi”. Erano realmente i miei primi anni di sacerdozio, avevo la mente ancora molto piena di teologie, e fu una novità sentirmi invitato a leggere la realtà a partire da una coscienza critica. Ricordo ancora la sua dinamica: raccogliere fatti, raggrupparli per eventi, fare su di essi il discernimento profetico alla luce della Parola di Dio, per intraprendere, alla fine, l’impegno.

A partire dagli anni Novanta, come Gruppo Promotore, questa lettura è stata interrotta, in favore di certe riflessioni di fondo per aggiornare il messaggio, si diceva. Riflessioni a cui ho partecipato, ne sottolineo alcune: la secolarizzazione; la liberazione; la partecipazione; la giustizia e, l’ultima, la solidarietà.

Riconosco che tutto questo è stato per me la migliore università, l’ho preferita a qualsiasi altra. Perché si prendeva in considerazione la realtà del mondo, venivano letti pensatori, sociologi, teologi, pastoralisti … e, soprattutto, c’era una chiara dinamica da seguire che dava un’unità di pensiero, anche se non tanto di vita.

 

L’aggiornamento delle Esercitazioni mi ha portato a continuare ad andare avanti. Due sono le constatazioni che mi hanno aiutato a contestualizzarmi davanti alla sfida della modernizzazione. La prima verifica, che sentiamo in Europa in modo particolare, è stata questa: il nostro mondo è un mondo globalizzato, multiculturale, plurireligioso, con una complessità ampia e crescente, soggetta a molteplici interpretazioni, ognuna autonoma (scienza, storia, arte, religione …), che accentua, ogni volta in più, la propria opacità. Se a questo aggiungiamo che, nel teatro del nostro mondo, entrano in gioco enormi forze di trasformazione e manipolazione … il compito di interpretare il nostro mondo diventa compito di esperti analisti o di difensori delle minoranze e degli esclusi …

La seconda conferma mi è giunta dalla rilettura del documento “Vocazione e Missione” del Gruppo Promotore, la cui prima caratteristica è la sua dimensione profetica. Siamo un servizio di missione profetica, che proclama il Regno annunciato da Gesù, attraverso il discernimento dei Segni dei Tempi vissuto in gruppo, con una certa regolarità, in un atteggiamento di ricerca, di dialogo aperto e di preghiera.

Tutto questo ci ha aiutato, nella Commissione, a fare un doppio passaggio durante l’aggiornamento delle Esercitazioni. Il primo passaggio è stato “dalla lettura all’ascolto” e il secondo da un “discernimento più sociologico a uno più teologico” dei segni dei tempi.

 

Dalla lettura all’ascolto dei segni dei tempi

La lettura che facevamo iniziava con un atteggiamento analitico e oggettivo, era basata sui fatti e sulle situazioni che raggruppavamo in fenomeni, che analizzavamo nelle loro cause e conseguenze per poi farne oggetto di discernimento.

Oggi nel mondo in cui viviamo dobbiamo iniziare dalla nostra interpretazione della realtà, per sentirci coinvolti sin dal primo momento: ecco perché l’attitudine più rilevante è l’ascolto della realtà a partire dal proprio ascolto, aperto allo scambio di altre persone e dell’ambiente in cui viviamo…

Ascoltare è il primo significato che viene messo in pratica e che ci aiuterà senza dubbio a diventare consapevoli di noi stessi. L’ascolto ci porta alla vita. Ascoltare significa stare in silenzio; mantenere la calma; osservare, prestare attenzione, elaborare le informazioni ricevute. Ascoltare è permettere ad altre persone di esprimersi. Rispettarle. Ascoltare è aprire una porta o una finestra e persino costruire un ponte in modo che possa essere attraversato dagli altri. Ascoltare è sperimentare ciò che giunge a noi.

L’esperienza degli Itinerari mi ha aiutato a vedere che l’ascolto non è una questione tecnica: è un atteggiamento fondamentale perché ciò che è reale sia detto, si manifesti… è un atteggiamento profondamente spirituale che alla fine si apre alla preghiera, che è mettersi in ascolto della Parola che è all’origine… Per il popolo di Israele era un grido: “Ascolta Israele”… e nel Vangelo ci viene detto: “Questo è il mio figlio prediletto, ascoltatelo”…

Da un discernimento più sociologico a uno più teologico

Leggere i segni dei tempi, che un tempo abbiamo fatto con grande entusiasmo, ha sicuramente aperto nuovi orizzonti per noi. Ma, a poco a poco, la partecipazione dei Gruppi Locali stava diminuendo. Il fatto verificabile è che per molti anni non c’è stato un esercizio di discernimento dei segni dei tempi nel Gruppo Promotore e questo, per il mio modo di intendere, è molto significativo. Ecco perché ora, con l’esperienza degli Itinerari, credo che stiamo recuperando qualcosa di essenziale per la Chiesa e, quindi, per il Servizio del Gruppo Promotore.

La lettura che facevamo dei segni dei tempi era in accordo con la definizione data dalla Sottocommissione Signa Temporum – incaricata di elaborare le analisi sociologiche che compaiono nella Gaudium et Spes -: “Fenomeni che, a causa della loro generalizzazione e grande frequenza, caratterizzano un’epoca e attraverso cui si esprimono i bisogni e le aspirazioni dell’umanità presente”.

Ma oggi, a causa dell’evoluzione del mondo, che aiuta anche a sviluppare l’espressione della fede, dobbiamo recuperare la visione biblica che senza dubbio è stata discussa nel Vaticano II, anche se alla fine è stata imposta la visione sociologica dei padri conciliari centroeuropei.

Se cerchiamo nella Sacra Scrittura, l’espressione “segni dei tempi” appare un’unica volta. È nel primo Vangelo e indica chiaramente i segni dei tempi messianici: “I farisei e i sadducei si avvicinarono a Gesù con l’intenzione di metterlo alla prova e gli chiesero che mostrasse loro un segno dal cielo. Rispose: ‘Quando si fa sera, voi dite: bel tempo, perché il cielo rosseggia’; e al mattino: ‘Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo’. Sapete dunque interpretare l’aspetto del cielo e non sapete distinguere i segni dei tempi?” (Mt 16, 1-3, Lc 12, 54-57).

Gesù stava dicendo che era iniziato un tempo totalmente nuovo: quello del Regno di Dio. Da un punto di vista quantitativo o cronologico, il tempo del Battista e il suo erano quasi coincidenti, ma dal punto di vista teologico il tempo di Giovanni era ancora quello del giudizio divino, mentre quello di Gesù era già quello della salvezza. Bene, i farisei e i sadducei chiedono a Gesù di dimostrare loro, con qualche “segno dal cielo”, che i tempi sono cambiati; che il Regno di Dio era iniziato; ma lui, rifiutando di soddisfare tale richiesta, risponde che se i segni atmosferici erano sufficienti a indovinare il tempo che avrebbe fatto, le sue parole e le sue opere salvifiche avrebbero dovuto essere sufficienti per sapere che il Regno di Dio era iniziato.

Fu Giovanni XXIII il primo Papa a parlare dei segni dei tempi, lo fece quando convocò il Concilio Vaticano II e usò l’espressione nel suo significato biblico, citando anche il testo di Matteo che abbiamo appena ricordato: “Seguendo la raccomandazione di Gesù quando Ci esorta a distinguere chiaramente i segni dei tempi (Mt 16,3), crediamo di poter intravedere, in mezzo a tanta oscurità, non poche indicazioni che ci fanno sperare in tempi migliori per la Chiesa e perl’umanità”.

Le differenze tra il significato sociologico e biblico sono evidenti:

  • Da un lato, nel significato moderno, i segni dei tempi devono essere fenomeni sufficientemente generalizzati per caratterizzare un’epoca; nel significato biblico possono essere fenomeni minori, piccoli come un granello di senape (cfr. Mt 13, 31-32).
  • Mentre, nel significato biblico, solo gli eventi salvifici sono segni dei tempi, nel significato moderno possono esserlo sia i segni di salvezza come quelli di perdizione, purché caratterizzino l’epoca.

L’esperienza che abbiamo fatto interpretando i segni dei tempi in senso biblico, ci sta aiutando a connetterci con il dinamismo del Regno, che Gesù non spiega ma annuncia con fatti e parabole e che continua a mandarci oggi. Questa scoperta non assomiglia affatto ad una fredda constatazione. Significa aprirsi al dinamismo del Regno di Dio che mette in moto qualcosa di nuovo e guida le nostre preoccupazioni e i nostri desideri verso il riconoscimento profondo degli altri.

Questo è uno degli scopi principali dell’Itinerario “Ascoltare i segni dei tempi”: riconoscere e suscitare uomini e donne, attraverso l’esercizio stesso, perché rispondano alla vocazione profetica di denunciare annunciando. E questo è il nostro servizio per un Mondo Migliore.

Nacho González

Per lo scambio:

  • Che esperienza ho della lettura e/o dell’ascolto dei segni dei tempi?
  • Quali questioni e domande mi pongo e voglio condividere?
  • Quali sono le conseguenze per la mia vita e per il servizio MMM?

Un commento su “Discernere I Segni Dei Tempi”

  1. Très bon et édifiant article. merci à Natcho pour cet acte de charité. nous avons besoin continuellement d’écouter les murmures du monde qui nous appellent à rendre l’Evangile crédible aujourd’hui pour les hommes de notre temps.
    Courage au SMM

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